lunedì 8 maggio 2023

La signora in nero


   


  Mi piace definirla così, la signora in nero, poichè evoca un'immagine di elenganza, di mistero, sicuramente di fascino. Affascinante per me lo è sempre stata e questa caratteristica viene fortemente accentutata dal fatto che di lei se ne parli poco o nulla. Vorrei rompere questo silenzio ma si sa, quando si tratta di un grande tabù, è sempre meglio andar cauti.

    Ma lei è spesso al centro dei miei segreti monologhi. Forse non passa un giorno che la trascuri. La sua presenza mi accompagna da sempre, con gentile discrezione in certi periodi della mia vita, con più assiduità in altri.

    La bella signora ovviamente è solo un simbolo, che racchiude il senso di tutto. Abbiamo un'unica certezza nella nostra vita: la morte. Paradossalmente la cosa più reale è quella che più viene relegata ai confini della mente, non pensandoci, evitando di parlarne, soprattutto nei contesti di socialità. E' il più grande tabù. Perlomeno nella nostra cultura, quella occidentale. 

    Eppure lei è la risposta ad ogni domanda, la soluzione ad ogni problema che possa assillarci. Come possiamo navigare nel mare della vita, se non abbiamo una bussola, fari o astri di riferimento? Se non sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti? Eppure la stragrande maggioranza delle persone si ritrova a seguire rotte senza averne chiaro il senso e l'unico senso che si può attribuire non può prescindere dal chiedersi cosa diavolo siamo venuti a fare in questo mondo. Nella risposta a questa domanda è racchiuso il significato della nostra esistenza e la risposta a tutte le nostre inquietudini, che sono molte di più di quelle che affiorano alla nostra coscienza. 

    Se non abbiamo chiarito a noi stessi la natura della morte, quello che ci attende dopo, non possiamo neppure capire il senso della nostra vita. Molti si danno la risposta più comoda e deresponsabilizzante: la morte è un mistero, chiudendo così il discorso e rimuovendo il tutto negli strati più profondi della propria coscienza. Così la morte si trasforma in tabù in quanto, proprio perchè irrisolta, assume i connotati spaventosi di tutto ciò che è perfettamente scononosciuto e che sarebbe meglio non evocare.

     "Ognuno desidera che la vita sia semplice, sicura e senza ostacoli; ecco perché i problemi sono tabù. L’uomo vuole certezze e non dubbi, risultati e non esperienze, senza accorgersi che le certezze non possono provenire che dai dubbi e i risultati dalle esperienze" affermava Jung. E' davvero così. Caduta l'illusione delle certezze piovute dal cielo, non rimane che la strada più facile: non cercare più risposte, quelle che solo noi possiamo darci. Per secoli la religione ha rappresentato un appiglio per molti, una fonte di risposte preconfezionate, un'autorità esterna a cui affidarsi ciecamente nel bene e nel male. Oggi, dopo periodi storici che hanno segnato profonde trasformazioni culturali, sociali, scientifiche, tecnologiche, ha perso, soprattutto in occidente, la sua funzione di guida etica e spirituale. Per fortuna direi, perchè è arrivato il momento di crescere, di ragionare con la propria testa, mettendo in discussione ogni nostra credenza, rimuovendo tutte quelle incrostazioni che i condizionamenti sociali e culturali hanno lasciato nella nostra personalità. E' ora di crescere e di avere il coraggio di cercare dentro di noi le risposte di cui abbiamo bisogno, entrando in contatto con la nostra più autentica natura, imparando finalmente ad ascoltarci, lasciando spazio alla nostra voce interiore, unica espressione di chi siamo davvero. 

    Per fare questo sono innanzitutto necessari il silenzio, la meditazione, la capacità di lasciare andare il chiasso del mondo esterno e il continuo chiacchericcio dell'ego. Occorrono pazienza e determinazione ma le intuizioni più profonde, gli sprazzi di luce, la pace interiore, la vera gioia non tarderanno ad arrivare. Si scioglieranno blocchi e traumi che da sempre ci accompagnano. Nuove visioni e significati si affacceranno alla nostra coscienza, dissipando ombre e fantasmi. 

   La dimensione dell'eterno è già parte di noi e attende solo di essere riconosciuta: una consapevolezza che stravolge completamente la nostra ordinaria percezione del tempo e la convinzione che tutto si giochi in quella manciata di anni che ci sono dati da vivere nella materia. È un salto su di un altro piano di frequenza, dove anche la signora in nero non farà più paura e mostrerà il suo dolce volto di luce.


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