giovedì 18 maggio 2023

Fili invisibili

  


 Pochi giorni fa mi stavo interrogando sulle ragioni di questo blog e in quale direzione vorrei che proseguisse.

  Ho iniziato a scrivere qui sull'onda di una promessa fatta a Tina, quando da "goccia" è diventata "oceano" e, grazie a lei, qualcosa di quell'oceano ho intravisto. Una consapevolezza, una luce, che poche volte nella vita ci viene concessa. Due volte solamente mi è capitato. Doveva passarmi a fianco la signora in nero perchè questo accadesse, perchè potessi realizzare quale rara e privilegiata esperienza mi veniva data di vivere e farne tesoro, a qualunque costo. 

  Uscita da quella dimensione di confine e ritornata qui, in un'energia più bassa e pesante, ho esperito quanto possa essere facile dimenticare, lasciando indebolire la forza della spinta evolutiva che mi era stata donata. La volontà, la determinazione chiedono di essere alimentate giorno per giorno. La luce, la felicità sono una nostra conquista, il frutto di un impegno costante.

   Fortunatamente non siamo soli e, come spesso si sente dire, l'universo ci sostiene, nel nostro percorso di vita, qui e dopo, aggiungo io. Siamo spiriti che anelano, per natura propria, alla luce infinita. Siamo parte di un tutto che è il supremo bene, a questo tendiamo e tutto intorno ci soccorre.

  Basta solo rendersene conto, guardarci dentro, per comprendere che è così e che, se prestiamo attenzione, tutta la nostra vita è intrisa di segnali, significati, richiami al nostro fine ultimo e a quello di tutti gli esseri: l'evoluzione, il viaggio verso la luce.

  Fili invisibili tessono la trama del nostro progetto esistenziale, sono richiami continui a chi siamo davvero, al di là di ogni maschera che indossiamo, di ogni ruolo sociale che interpretiamo... ahimè senza neppure renderecene conto. Si manifestano in ogni momento della quotidianità, in fatti che accadono, apparentemente banali, in incontri con altri esseri, in sogni, intuizioni o qualsiasi altro fenomeno che attende solo il risveglio della nostra consapevolezza, quel bagliore che ci illumina sulla direzione che dobbiamo prendere in ogni istante.

 Proprio una settimana fa incrocio Erika. Leggo il suo messaggio in un gruppo WhatsApp. È una richiesta di aiuto. Sta vivendo quei giorni che sono toccati anche a me, quando Tina ha lasciato questo mondo. Tra le righe del messaggio avverto il suo stato d'animo doloroso e la fatica di quella creatura, di specie non umana, che sta passando attraverso la dissoluzione degli elementi. Mi si stringe il cuore e qualcosa dentro di me si risveglia: il ricordo dei miei ultimi giorni con Tina e del significato di quell'esperienza. Non conosco Erika e non sono nessuno per lei. Eppure qualcosa mi spinge ad agire. È sera tardi e, dato l'orario, non mi pare opportuno inviare messaggi. L'indomani mattina, per prima cosa, le scrivo, in barba alla mia timidezza e a tutte quelle regole di distanza sociale che spesso si osservano anche sui social media. 

   Ho la sensazione che un filo invisibile mi conduca a Tina, quasi un richiamo all'eredità spirituale che mi aveva lasciato, al significato di tutti quei giorni condivisi con me, da quando aveva fatto ingresso per la prima volta in casa nostra. Un ricordarmi che nulla accade per caso nella nostra vita e ogni esperienza reca in sè un valore per la nostra crescita. Sento l'energia dolce e delicata di Tina attorno a me e la forza che sprigiona nella mia anima, rinnovando la promessa del mio impegno a vivere con forza e coraggio i giorni che mi sono dati in questa dimensione. 

  Invio un messaggio vocale ad Erika, lasciando che le mie parole scaturiscano da qualche profondità del mio essere. Questo è tutto quello che sentivo di dover fare per lei.  

  Per quanto mi riguarda sono tornata a questo blog, al significato che per me rappresenta, alla promessa fatta a Tina e al mio spirito.

lunedì 8 maggio 2023

La signora in nero


   


  Mi piace definirla così, la signora in nero, poichè evoca un'immagine di elenganza, di mistero, sicuramente di fascino. Affascinante per me lo è sempre stata e questa caratteristica viene fortemente accentutata dal fatto che di lei se ne parli poco o nulla. Vorrei rompere questo silenzio ma si sa, quando si tratta di un grande tabù, è sempre meglio andar cauti.

    Ma lei è spesso al centro dei miei segreti monologhi. Forse non passa un giorno che la trascuri. La sua presenza mi accompagna da sempre, con gentile discrezione in certi periodi della mia vita, con più assiduità in altri.

    La bella signora ovviamente è solo un simbolo, che racchiude il senso di tutto. Abbiamo un'unica certezza nella nostra vita: la morte. Paradossalmente la cosa più reale è quella che più viene relegata ai confini della mente, non pensandoci, evitando di parlarne, soprattutto nei contesti di socialità. E' il più grande tabù. Perlomeno nella nostra cultura, quella occidentale. 

    Eppure lei è la risposta ad ogni domanda, la soluzione ad ogni problema che possa assillarci. Come possiamo navigare nel mare della vita, se non abbiamo una bussola, fari o astri di riferimento? Se non sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti? Eppure la stragrande maggioranza delle persone si ritrova a seguire rotte senza averne chiaro il senso e l'unico senso che si può attribuire non può prescindere dal chiedersi cosa diavolo siamo venuti a fare in questo mondo. Nella risposta a questa domanda è racchiuso il significato della nostra esistenza e la risposta a tutte le nostre inquietudini, che sono molte di più di quelle che affiorano alla nostra coscienza. 

    Se non abbiamo chiarito a noi stessi la natura della morte, quello che ci attende dopo, non possiamo neppure capire il senso della nostra vita. Molti si danno la risposta più comoda e deresponsabilizzante: la morte è un mistero, chiudendo così il discorso e rimuovendo il tutto negli strati più profondi della propria coscienza. Così la morte si trasforma in tabù in quanto, proprio perchè irrisolta, assume i connotati spaventosi di tutto ciò che è perfettamente scononosciuto e che sarebbe meglio non evocare.

     "Ognuno desidera che la vita sia semplice, sicura e senza ostacoli; ecco perché i problemi sono tabù. L’uomo vuole certezze e non dubbi, risultati e non esperienze, senza accorgersi che le certezze non possono provenire che dai dubbi e i risultati dalle esperienze" affermava Jung. E' davvero così. Caduta l'illusione delle certezze piovute dal cielo, non rimane che la strada più facile: non cercare più risposte, quelle che solo noi possiamo darci. Per secoli la religione ha rappresentato un appiglio per molti, una fonte di risposte preconfezionate, un'autorità esterna a cui affidarsi ciecamente nel bene e nel male. Oggi, dopo periodi storici che hanno segnato profonde trasformazioni culturali, sociali, scientifiche, tecnologiche, ha perso, soprattutto in occidente, la sua funzione di guida etica e spirituale. Per fortuna direi, perchè è arrivato il momento di crescere, di ragionare con la propria testa, mettendo in discussione ogni nostra credenza, rimuovendo tutte quelle incrostazioni che i condizionamenti sociali e culturali hanno lasciato nella nostra personalità. E' ora di crescere e di avere il coraggio di cercare dentro di noi le risposte di cui abbiamo bisogno, entrando in contatto con la nostra più autentica natura, imparando finalmente ad ascoltarci, lasciando spazio alla nostra voce interiore, unica espressione di chi siamo davvero. 

    Per fare questo sono innanzitutto necessari il silenzio, la meditazione, la capacità di lasciare andare il chiasso del mondo esterno e il continuo chiacchericcio dell'ego. Occorrono pazienza e determinazione ma le intuizioni più profonde, gli sprazzi di luce, la pace interiore, la vera gioia non tarderanno ad arrivare. Si scioglieranno blocchi e traumi che da sempre ci accompagnano. Nuove visioni e significati si affacceranno alla nostra coscienza, dissipando ombre e fantasmi. 

   La dimensione dell'eterno è già parte di noi e attende solo di essere riconosciuta: una consapevolezza che stravolge completamente la nostra ordinaria percezione del tempo e la convinzione che tutto si giochi in quella manciata di anni che ci sono dati da vivere nella materia. È un salto su di un altro piano di frequenza, dove anche la signora in nero non farà più paura e mostrerà il suo dolce volto di luce.


venerdì 5 maggio 2023

Oltre le parole

 


 Gli animali ci mettono di fronte ad un nostro grande limite: l'incapacità di andare oltre le parole per ritrovare altri canali comunicativi come l'intuizione, l'empatia e la compassione. Credendo erroneamente che la mente razionale sia ciò che ci rende superiori alle altre specie, irretiti dall'incessante vaniloquio dell'ego, dimentichiamo quella capacità di comprendere... con il cuore, per dirla poeticamente.

 In questo calmo e silenzioso pomeriggio di fine settimana mi accorgo improvvisamente che Tina mi manca. Raramente ma può capitare che tutto sembri rallentare il ritmo: Africa e Leo sono in quello stato tranquillo e sonnecchiante tipicamente felino. Anch'io, in qualche modo, mi sintonizzo sulle stesse frequenze, lasciando spazio a qualche ricordo. Rivedo Tina che mi osserva, mentre mi concedo una breve e infrequente pausa di relax sul divano, con le gambe incrociate. Lei non si lascia sfuggire l'occasione di accucciarsi in grembo, dispensando benefiche fusa. 

  Nulla sembrava renderla felice come le mie carezze. Alzava i suoi grandi e verdi occhi verso di me e, attraverso quello sguardo, pareva passare un'energia potente, una volontà di comunicazione incontenibile. Ero quasi intimorita da tanta attenzione, come se temessi di non essere grado di sostenere una simile richiesta di legame. Mi pareva difficile mantenere quel contatto visivo. Sarebbe stato decisamente meno impegnativo essere sfuggente e di fretta, nel vortice degli incessanti e inderogabili impegni e progetti di vita. 

   Fermarsi obbliga a stare nel momento presente, nel qui ed ora, lasciando andare tutto il resto, per comprendere chi siamo davvero, la natura di quanto ci circonda e il senso del nostro esistere. Tina non aveva bisogno di parole per comunicarmi contenuti di grande saggezza e io neppure avrei saputo che farne del linguaggio verbale e della logica umana. Osservare in silenzio, mettermi in atteggiamento di ascolto e ricezione era tutto quello di cui necessitavo per entrare in uno stato energetico superiore.

  Sto vivendo un'esperienza simile da circa un mese, alle prese con alcune formiche che hanno invaso il luogo dove lavoro. L'unico problema: la mia presenza fisica che, nonostante tutta la volontà di non nuocere, è pur sempre una minaccia per la loro incolumità. Inutile dire che ho messo in atto tutti i tentativi possibili e immaginabili per evitare che finiscano sotto i miei piedi o sotto le rotelle della mia sedia da ufficio, rispettando tuttavia il loro bisogno di trovare cibo. In certi momenti mi fermo per controllare la situazione, osservo i loro comportamenti e scopro un'ncredibile natura: instancabili creature, non si fermano innanzi ad alcun ostacolo, trascinano pezzi di cibo enormi, portano soccorso alle compagne ferite o morenti, sembrano in perfetta sintonia tra loro.

  Non posso incrociare gli sguardi di quei minuscoli insetti ma sarebbero come quelli di Tina: un invito a lasciare andare tutto quanto ci fa correre e affannare, inseguendo ciò che è impermanente, per ritrovare, invece, chi siamo davvero: anime in transito su questo piano terreno, così come lo sono loro. 

  Ma loro lo sanno da sempre, noi noi.